Ci sono tre cose che ritengo super importanti e che rimangono come punti di riferimento per tutti i miei servizi di ritratto fotografico:
- l’idea che non serva un’occasione speciale per regalarsi un ritratto d’autore;
- la massima sensibilità rispetto al timore di tante persone di vedersi male in fotografia, e quindi di evitare di farsi fotografare, scomparendo dai ricordi dei propri cari, dai propri ricordi – quasi come se venire male in foto fosse un’onta che deve condannare all’oblio chi non abbia un’attitudine naturale alla fotocamera, o rassegnarsi ad avere immagini di sé stessi che non si amano veramente: perché accontentarsi di lasciare ricordo di noi con una versione che non sentiamo sia tra quelle che amiamo di più?
- la proposta di un output di fruizione delle immagini finali senza compromessi, che faccia vibrare di meraviglia e orgoglio sia me che le persone interessate ai miei servizi.
Sin dal 2016 sostengo con entusiasmo il ritorno al desiderio di concedersi dei ritratti d’autore, per sé stessi, o per i propri cari, per il puro e sano piacere di ricordarsi di sé, di essere ricordati, al di là delle contingenze della vita, che spesso passano in primo piano.
E, una volta che ci si dica “sì, mi piacerebbe farmi fare un ritratto”, perché accontentarsi di un’esperienza limitata, il cui output potrebbe non entusiasmarci veramente o anzi ci faccia magari sentire peggio rispetto a noi stessi, con il risultato che quella foto non entrerà mai veramente nell’eredità che vorremo lasciare del nostro passaggio nel mondo?
Come dice una delle mie mentors:
Se non hai una foto di te stesso che ti piace, non è colpa tua: è del tuo fotografo.
Sono fermamente, fermamente convinta che coltivare la propria autostima sia un atto assolutamente auspicabile. Esiste un narcisismo sano che ci aiuta a riconoscere le nostre qualità positive e a provare gratitudine e soddisfazione per le nostre caratteristiche personali, le nostre capacità, i nostri successi.
E sono anche molto convinta che questa attitudine abbia fortissime ricadute positive anche su chi ci circonda e sul nostro agire nel mondo, in generale.
Credo, soprattutto nel nostro Paese, forse per fattori culturali probabilmente millenari, e soprattutto per il sesso femminile, che queste prospettive non vengano incoraggiate abbastanza.
Il mio intento invece, sia nella vita che nel mio lavoro, è di aiutare nel mio piccolissimo a promuovere e accompagnare elevazioni etiche attraverso sguardi artistici ed estetici, perché un’altra cosa di cui sono molto convinta è che verità è bellezza, bellezza è verità.
Dunque perché non concedersi un’esperienza completa, intima, curata, esclusiva, creata su misura? Se siete atterrati qui dall’esterno del sito, seguite pure questo link per scoprire di più.
E dunque, ora che abbiamo dei ritratti fotografici che amiamo davvero, come li fruiamo?
Come fotografa professionista in attività da un tempo relativamente considerevole, ho visto apparire e scomparire moltissimi trend, in termini di prodotti fotografici.
Ma, come capita sovente, è bastato fermarmi un momento e silenziare il brusio di fondo per accorgermi che sapevo già quale sarebbe stato il supporto giusto per accompagnare e finalizzare nel modo più sublime l’esperienza di ritratto.
Fin da ragazzina la mia attenzione era rapita dai ritratti d’autore appesi e incorniciati. Testimonianze mesmerizzanti, sospese nel tempo, delle persone all’interno dell’immagine.
Il che, ai giorni, si traduce per me nella stampa fotografica fine art, che ho inseguito e voluto proporre fin dai primi momenti della sua nascita tecnologica, montata su passe-partout museale, pronta da incorniciare.
Questo è l’output che considero più vicino al mio cuore.
La sensazione che ho, rispetto ai ritratti stampati in questo modo, è che non mi verrà mai il dubbio che avrei potuto offrirvi qualcosa di meglio.
Sono senza tempo. Potrete tenerli con voi attraverso le evoluzioni dei vostri spazi abitativi, attraverso i cambiamenti generazionali. Non riesco a immaginare che ci si possa mai stancare di un ricordo confezionato in modo così assolutamente sobrio ed elegante. E allo stesso tempo, potrete personalizzarlo a vostro piacimento, attraverso le vostre preferenze rispetto alla cornice.
La dimensione di base delle mie stampe è la 5 x 7 pollici (circa 13 x 18 cm), montata su passe-partout 8 x 10 (circa 20 x 25), racchiusa perfettamente nella portfolio box, inclusa in ogni collection:
Io adoro le stampe di dimensioni discrete, da inserire in composizioni creative a parete o su mensole, per questo ho scelto il 5 x 7 come prodotto base e, per lo stesso motivo, mi sono innamorata di questo:
che è secondo me un modo fantastico per unire un ricordo stampato di infinito pregio con la discrezione delle dimensioni di stampa e l’insieme di più sfaccettature della stessa persona, o ad esempio le immagini di più soggetti che abbiano partecipato alle sessioni di famiglia.
Ovviamente le immagini che sceglierete dalla vostra sessione vi saranno consegnate anche in forma di files in alta risoluzione.
Questo significa che potrete far realizzare in autonomia infinite copie, ingrandimenti, e qualsiasi altro utilizzo concordato.
Ma non posso non raccontarvi la meraviglia di questi ricordi stampati su carta fine art e montati su passe-partout museale e dell’effetto che fanno ingranditi e appesi:
E voi? Qual è la vostra posizione sul ritratto, sulla sua importanza sia spirituale che mondana? Che effetto vi fa pensare di custodire i vostri ricordi stampati? Scrivetemi: ritengo questa discussione importantissima e assolutamente in evoluzione. ^^
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